7 maggio 2020

A Lodi molte persone in giro (e del resto non è più vietato), ma grande ordine e compostezza. Tutti con le mascherine. Persone che domandano “posso?” prima di entrare in qualsiasi posto. Negli occhi il sollievo di ritrovarsi e di sentire il sole sulla pelle. Non so se è perché abbiamo avuto così tanti morti. Se è perché non vogliamo un’altra ecatombe, né quel silenzio attonito in cui piangevano solo le campane e le ambulanze, e tutto è ancora così vivido. Ma io vedo tanto senso civico. Spesso la narrativa del popolo irresponsabile è motivata dai fatti, ma mi pare anche che, in qualche misura, godiamo parecchio a tramandarla ed enfatizzarla. Nonostante la maggioranza degli italiani, in realtà (e lo dicono i numeri delle sanzioni), si sia comportata e si stia comportando molto bene.

A me la cauta gioia di questi giorni ha commosso. Mi piace vedere i bambini sfrecciare in bicicletta. Mi piace ritrovare gli anziani all’ombra del duomo, che confabulano su chissà quali destini. La felicità di chi si porta via un caffè espresso dal bar. La coda davanti al fiorista. L’argine dell’Adda, dove adesso si corre o ci si ferma semplicemente a contemplare lo specchio dorato dell’acqua, respirando.

 

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