Tra un settimana in libreria. Non è esattamente l’uscita che avevo immaginato. Persone a cui voglio bene malate, la mia città, Lodi, immobilizzata e in sospeso, un enorme sacrificio quotidiano che ci viene richiesto: andare avanti con le nostre vite ma non poterci toccare, vedere, riunire, non poter lavorare, guadagnarci da vivere, spostarci, programmare. Un libro, a confronto, non è nulla, lo so. Parole che mormorano una storia. Ho la sensazione di vivere in un incubo docile e ammaestrabile, ma terribile: l’unico conforto è sapere che, presto o tardi, finirà.
“Le cose da salvare” esce tra una settimana esatta, il 12 marzo, perché i libri non li ferma neanche un virus. Spero che leggendolo possa farvi riflettere su cosa merita salvezza e cosa no, di questi tempi ardui: scrivendolo non ho trovato risposte, ma molte domande; e tuttavia quelle forse giuste, forse necessarie, quelle con cui battagliare.